"Tracce di uguaglianza nella Diversità"
Cari lettori...ieri sera sono tornata dal mio fantastico weekend :)
Man mano cercherò di mostrarvi tutte le foto che sono riuscita a scattare al FashionCamp di Milano dove sono stata venerdì e al closing dinner party di Luisaviaroma a Firenze al quale ho partecipato sabato sera.
Oggi però, ho intenzione di parlarvi e illustrarvi di questa nuova mostra a cura della mia cara amica Simona presso il suo incredibile
SpazioBlue.
L'artista è la giovane Alice Andreoli che, attraverso i suoi dipinti, ci racconta il rapporto tra la comunità e il nuovo modo di comunicare dei giovani...il tatuaggio e il piercing diventano così dei mezzi attraverso i quali mostrare uno stato d'animo e parlare di sè. La maggior parte dei protagonisti delle sue opere manifestano un grande tormento...La loro fragilità interiore si nasconde dietro un'apparente aggressività estetica che li porta ad essere interpretati e capiti nel modo sbagliato.
“Il corpo, quindi, funziona come una specie di diario aperto, ma anche come una carta di identità con scritte, a chiare lettere, le proprie referenze”. (David Le Breton).
"Pieces of Equality in Diversity"
Dear readers...yesterday evening I came back from my amazing weekend :) I will show you all the photos I could take at the FashionCamp in Milan where I was Friday and the closing dinner party Luisaviaroma in Florence, which I attended on Saturday night. But today, I'm going to show you this new exhibition curated by my good friend Simona at her incredible SpazioBlue. The artist is the young Alice Andreoli, through her paintings, she describes the relationship between the community and the new way to communicate of young people with the tattoos and piercings. Most of the protagonists of her works show a great torment...The fragility of their inner beauty is hidden under a veneer of aggression that leads them to be interpreted and understood in the wrong way. "The body, therefore, functions as a sort of open diary, but also as an identity card with written, clearly, their references." (David Le Breton).
